domenica 1 maggio 2011

il lettore improduttivo

Iniziare un blog il 1° maggio vuol dire parlare di lavoro anche se in questo blog si parla di libri; non di tutti i libri ma solo di libri che trattano di libri.  Verranno citati e commentati solo libri sui libri.

Non si sbaglia chi pronostica che il genere principe della modernità sarà il romanzo-saggio, ormai l'ultimo paladino della leggerezza in senso calviniano. Il romanzo-saggio è la vera cifra del  post-romanzo in un mondo letterario post-narrativo.
L'antesignano del romanzo saggio è "Tristram Shandy" di Sterne. Non può essere un caso che proprio il geniale Enrique Vila-Matas abbia proposto nella sua divertentissima "Storia abbreviata della letteratura portatile" che perchè gli autori facciano parte dell'esclusiva societa segreta "Shandy" è raccomandabile che coltivino l'arte dell'insolenza, un certo spirito innovatore ma, soprattutto,l 'intera loro opera deve agevolmente entrare in una piccola valigetta e- non di meno- essi  devono restare imperturbabilmente celibi.

Lo dico il più chiaramente possibile: questo blog si ispira all'opera di Enrique Vila-Matas. E' solo grazie a lui se sono riuscita a conoscere l'esatto nome della malattia di cui da decenni soffro: il Mal di Montano. Come lui, non faccio che vedere continui riferimenti letterari nella vita reale. Non potendo combattere da sola questa sovraesposizione della vita alla letteratura, ho assunto la irreversibile decisione di condividere con voi  questo male. Lo farò parlando di tutti coloro che oltre ad essere portatori del male (ad oggi considerato inguaribile) hanno anche l'aggravante di essere scrittori, e perciò hanno tratto la propria ispirazione letteraria  dai libri altrui. E se pure fosse solo "vampirismo letterario" come lo definisce Vila-Matas , che importa? ...la guarigione non ha prezzo.

Eccoci giunti al rapporto tra i libri e il lavoro. Come noto, è richiesto ad ogni lavoratore di mantenere costante una certa euforia che sia funzionale a incomprimibili livelli di produttività. E se qualcuno avesse preso sul serio questo monito e si prodigasse per preservare e selezionare i libri in base al livello di euforia garantita ai lettori?  Non vogliamo nemmeno pensarci a che razza di libri rudimentali, scoppiettanti di passioni e collere artefatte si salverebbero...decisamente meglio un lettore improduttivo.

E sempre a proposito di lavoro e libri, l'occasione è troppo ghiotta per non approfittarne. Repubblica di ieri, 30 aprile 2011, pubblica il manifesto degli scrittori TQ (sta per trentenni quarantenni): "Prendiamoci il potere". Questi scrittori, ebbene, chiedono soldi non solo letteratura. sono tutti d'accordo nel ritenere giusto lo stpendio  per gli intellettuali. e dire che uno di loro ha scritto anche un libro dal titolo "Tre mosse per sbarazzarsi di Tolstoj" (certo, dovendo scegliere, meglio salvare Stalin e i gran commis del pensiero unico). Pochissimi, nessuno riesce a vivere di sola scrittura, scrive pietoso  l'articolista, Dario Pappalardo. Come dire, l'improduttività è un lusso del solo lettore.

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